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Il segmento testuale Leandro Arpinati è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 15Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 145

Brano: [...]nedetti che già aveva lavorato con Monicelli al Giornale di Roma, quotidiano fascista della Capitale.

Ma, pur godendo della fiducia del Duce, Monicelli si rese sgradito ai ras del fascismo emiliano per la sua linea giudicata troppo morbida. Allorché, all'indomani del delitto Matteotti, il “Carlino” espresse dubbi sull'utilità del giro di vite deciso dal governo fascista contro la libertà di stampa, fu oggetto di durissimi attacchi da parte di Leandro Arpinati (v.), capo del fascio bolognese, sulle colonne dell'“Assalto”. M 2.1.1925 una squadraccia incendiò il camion che portava alla Stazione ferroviaria le copie del giornale e, un mese dopo, la redazione stessa fu devastata da una spedizione punitiva. Dopo aver costretto i proprietari del giornale a licenziare Monicelli (21.2.1925), Arpinati insistette per « assicurare il passaggio effettivo della proprietà del Carlino in mani veramente amiche del fascismo e di Mussolini ». All'estromissione di Monicelli seguì un’operazione finanziaria, con la quale l’avvocato Germano Mastellari acquistò da Edoard[...]

[...]a Edoardo Agnelli 3.550 azioni e si assicurò il diritto di opzione sulle rimanenti, ma nel maggio 1926 il forte disavanzo aziendale costrinse Mastellari a rivendere il pacchetto azionario allo stesso Agnelli. Questi si impegnò a coprire la passività e a riconoscere ad Arpinati l’opzione su tutte le 7.060 azioni di cui disponeva. Fu quindi nominato un nuovo Consiglio di amministrazione composto da Arnaldo Mussolini (fratello del Duce) presidente, Leandro Arpinati amministratore delegato, Germano Mastellari vicepresidente, Edoardo Agnelli e Luigi Parodi consiglieri. Aggravatosi ulteriormente il deficit, Agnelli rinunciò ai propri crediti verso l’azienda, cedendo nel marzo 1927 la totalità delle sue azioni a Leandro Arpinati, agente per conto del partito fascista.

Il 15.3.1927, scrivendo al fratello Benito, Arnaldo Mussolini sottolineava che « il “Carlino” deve essere il giornale del fascismo bolognese ». in effetti, negli anni successivi il quotidiano si allineerà completamente alle direttive del P.N.F., divenendo un foglio di regime.

Nel giugno 1933 la gestione del quotidiano era divisa tra Mastellari e Arpinati. Ma quando quest’ultimo, caduto in disgrazia, in settembre venne inviato al confino, fu desti

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 108

Brano: [...]del Partito fascista Augusto Turati a Torino (6.2.1928) e a Napoli (12 marzo) contro i dissidenti, e infine l’attentato del 12 aprile alla Fiera (v.) campionaria di Milano, un attentato che da varie parti fu attribuito aN’estremismo fascista « tendenzialmente repubblicano ». Un certo numero di fascisti dissidenti furono confinati durante il ventennio. Tra gli altri, vennero assegnati per 5 anni al confino i’on. Alfredo Misuri (1927) e, nel 1934, Leandro Arpinati (v.) che era stato capo indiscusso del fascismo bolognese e membro del governo. Per un certo periodo fu confinato anche Curzio Malaparte (v.).

Bibliografia: Guido Dorso, La rivoluzione meridionale, Torino, 1950; Massimo Rocca, Co



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 138

Brano: [...] fu schiacciante: in ordine di tempo, il primo presidente del TS. fu Carlo Sanna, generale di corpo d'armata, affiancato dal generale Orlando Freri, ma già nel 1928 (ad aprile Freri, a luglio Sanna) i due generali vennero sostituiti da esponenti della Milizia: presidente diventò Guido Cristini e vicepresidente Antonino Tringali Casanuova (v.) che, nel novembre 1932, sostituì Cristini, “dimissionato” da Mussolini perché sembra avesse confessato a Leandro Arpinati che l'ordine di condannare i parenti di Anteo Zamboni gli era venuto direttamente dal Duce.

Il successivo Regio decreto 12.12. 1926, n. 2062, contenente alcune norme per l'attuazione della legge 2008, definì altre importanti questioni attinenti il meccanismo del T.S. e le garanzie procedurali. Innanzitutto la questione del pubblico ministero: si

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 676

Brano: Starace, Achille

avversari che avrebbero potuto fargli ombra

o nuocere al regime, si trattasse dii Giampaoli, Farinacci, o Leandro Arpinati: in questa tecnica di demolizione dei nemici Starace era particolarmente abile, mostrando un’astuzia e una tenacia notevoli.

L’azione politica

Con la segreteria Starace fu portata a compimento la liquidazione del partito fascista come organismo autonomo e la sua progressiva burocratizzazione; latto politicamente più importante fu, nel 1932, la riapertura delle iscrizioni in occasione del decennale della “rivoluzione”, dopo i furori epurativi del primo anno della sua segreteria. Nel maggio del 1934 egli dispose che l’iscrizione al partito costituisse un tito

lo di preferenza per la co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 633

Brano: Squadrismo fascista

Arturo Breviglieri si era guadagnata fin dall'estate 1920 una fama sinistra. Il 21 dicembre la “Celibano”, insieme alla squadra bolognese di Leandro Arpinati (v.), attaccò un comizio socialista che era stato proclamato in seguito alla bastonatura del deputato socialista Adelmo Niccolai, avvenuta il giorno precedente. Nel corso di uno scontro a fuoco in piazza del Castello, tre fascisti e un socialista persero la vita. Come al solito, il risultato della provocazione fu addossato ai socialisti, con tutto il seguito di ulteriori aggressioni e violenze contro le sedi e gli organizzatori del movimento dei lavoratori. In poco tempo, in ogni centro della provincia sorsero fasci di combattimento con le rispettive squadre d'azione, tanto che nella primaver[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 599

Brano: [...]sabile delle squadre armate comuniste che, a suo parere, avrebbero dovuto aderire alla organizzazione degli Arditi del popolo per costituire un largo e unitario fronte di difesa antifascista.

Nel luglio 1922, mentre le squadre fasciste ferraresi e bolognesi, dopo la conquista armata di Ravenna (v.) percorrevano l’intera Romagna distruggendo e incendiando tutte le

sedi “sovversive”, lo squadrista Clearco Montanari (autista del ras bolognese Leandro Arpinati) cadde in uno scontro a fuoco a Cesenatico e Sozzi fu accusato di omicidio. Rifugiatosi a Torino, fu assunto come contabile all’“Ordine Nuovo”, dove ebbe modo di approfondire, « alla scuola di Gramsci che lo apprezzava ed amava» (Camilla Ravera), la propria preparazione politica. Fu lo stesso Gramsci che lo sollecitò a trasferirsi in Russia, sia per continuare gli studi sia per sfuggire alle sempre più pressanti ricerche della polizia e degli squadristi.

Giunto a Mosca nel gennaio 1923, nel settembre si trasferì a Pietrogrado e venne ammesso alla Internatsionaja Skola, dove fu responsabile[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 674

Brano: [...]l regime era stata tutta dei nazionalisti che si erano fusi con i fascisti (?).

In verità, da tutta la pubblicistica sulla polizia nello Stato fascista (quasi sempre proveniente da ex personaggi ufficiali, in genere dalle più alte gerarchie di questo apparato coercitivo dello Stato) emergono fatti che depongono pesantemente a sfavore del regime e dei suoi servitori: dalla abitudine alle bustarelle, anche ad altissimo livel

lo (la figlia di Leandro Arpinati racconta, ad esempio, che nel 1929, non appena il padre era arrivato al ministero come sottosegretario all’interno, aveva ricevuto, insieme allo stipendio « ufficiale », una « busta segreta », il cui rifiuto da parte ójeW'Arpinati « cominciò subito a inimicargli i colleghi»), alla partecipazione dei vertici della polizia ai giuochi di potere tra le varie cosche familiarpolitiche in cui il regime si suddivideva (Ciano contro Buffarmi; Ciano contro Mussolini; traffici del clan Petacci ecc.; v. Corruzione fascista), alla condiscendenza spesso mostrata a livello periferico verso le autorità local[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 606

Brano: [...]e vérité (Parigi, 1960), che narra i retroscena della sua missione londinese del 1942. In anni più recenti ha pubblicato 1956 Suez (Parigi, 1976), a giustificazione postuma dell’intervento francese contro l’Egitto.

P.Do.

Pini, Giorgio

N. a Bologna l’1.2.1899; giornalista. Laureato in Legge, militò nel Partito repubblicano, fu interventista e combattente nella Prima guerra mondiale. Nel 1920 passò al fascismo, fu squadrista al seguito di Leandro Arpinati, quindi (19231928) direttore del periodico L'Assalto, organo del fascio bolognese. Ne* 1928, prescelto da Benito Mussolini in polemica con Arpinati, divenne direttore del Resto del carlino e fu zelante esecutore delle direttive mussoliniane. Nel 1930 fu inviato a Genova, come direttore del Giornale di Genova e poi del Corriere mercantile. Nel 1936 fu trasferito a Venezia per dirigere il Gazzettino, ma nell’ottobre dello stesso anno fu chiamato come redattore capo del Popolo d’Italia, diretto da Vito Mussolini, fratello del dittatore.

Mantenne l'incarico fino alla caduta del fascismo e il 1[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Leandro Arpinati, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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